Omaggio a Gesù

Leggendo di Gesù nei Vangeli, del racconto della sua vita, delle espressioni uniche e incontestabili che uscirono dalla sua stessa bocca e del suo straordinario modo di vivere, che sconvolse l’intera società dell’epoca, mi risulta al quanto spontaneo e irrefrenabile affermare: “È PROPRIO UNICO IL MIO GESÙ”.

Ogni singolo giorno su questa terra è stato di un esempio sorprendente, sapeva sempre e in che modo rispondere agli eventi della vita, alle insidie e alle provocazioni delle affermate sette religiose e politiche del tempo. Sapeva quando parlare e quando tacere e anche quando restava in silenzio, i suoi piccoli gesti mettevano in crisi le coscienze ipocrite ed accusatrici. Per non parlare del Suo rapporto con Dio, una comunione ed una sintonia a dir poco perfetta! Gesù non faceva nulla di suo, ma ogni suo gesto, pensiero e parola viaggiavano sull’assoluta volontà di Dio. Sempre e ovunque andava si lasciava guidare dallo Spirito Santo, Colui grazie al quale ebbe la forza di superare prove e tentazioni, come in quei famosi quaranta giorni di digiuno nel deserto, in cui gli permise di vincere il tentatore allo stremo delle Sue forze umane. Parlo di forze umane perché anche se Gesù era nato da seme divino e privo di peccato, come la Bibbia in molte sue parti afferma: Gesù imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì, non commise mai peccato nonostante fosse stato tentato in ogni cosa come noi e abbassò se stesso diventando ubbidiente fino alla sua morte! Nessuna menzogna, nessuna seduzione, né l’orgoglio, la superbia e quant’altro riuscirono a intaccare e a macchiare il suo cuore e la sua mente. Tutto questo fu reso possibile non perché era una persona priva di istinti carnali e sentimenti, ma perché il suo Spirito si alimentava costantemente di Dio, della sua Parola e del Suo Spirito.

Si può parlare di Gesù, raccontare e descrivere ciò che fece, insegnare, studiare o conoscere per sommi capi chi era, ma molto spesso mi capita, mentre leggo di Lui, di desiderare di stare lì, nei posti e nel tempo in cui Lui visse, poterlo guardare anche solo da lontano mentre compie miracoli, mentre racconta le sue parabole ed ammaestra le folle circa il Regno di Dio…ma soprattutto guardarlo da lontano in quegli ultimi momenti della sua vita! Perché sono quelli i momenti che più mi fanno entusiasmare e che mi lasciano a bocca aperta. Conosceva perfettamente che il momento fatidico del suo arresto, delle sue battiture e della sua crocifissione era quasi giunto, ma anche in quei momenti non pensava che a noi. Si legge di parole come: “Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici.” Gesù confortò e promise ai discepoli che il Consolatore sarebbe venuto e li avrebbe guidati in tutta la verità. Li avvertì che nel mondo avrebbero avuto tribolazioni, ma al tempo stesso disse loro di farsi animo perché Lui aveva già vinto il mondo!

Durante il suo arresto si consegnò nelle mani delle guardie per evitare che avrebbero potuto fare del male ai suoi discepoli, e addirittura quando Pietro mozzò l’orecchio al servo del sommo sacerdote, Gesù lo riprese e guarì quell’uomo! Gesù non aveva bisogno di difensori, in quel momento poteva pregare e chiedere a Dio di mandargli dodici legioni di angeli che intervenissero in suo soccorso, ma lasciò che le cose andassero come erano già state predette: Morire in croce per noi!

Il momento  che più amo e al quale  più avrei voluto assistere è quello di Gesù davanti a Pilato. Pilato non trovò nessuna colpa in Gesù, ma si lavò le mani della sua sorte. Mise alla scelta il popolo di poter salvare Gesù o un malfattore, ma ebbe paura quando seppe che l’accusa contro Gesù era quella di essersi dichiarato figlio di Dio. Scommetto che in quegli attimi di conversazione con il Messia, l’ansia e l’ agitazione lo stavano divorando, diventava sempre più nervoso e si irritava quando Gesù non rispondeva alle sue domande, tanto da dire: “Non mi parli? Non sai che io ho il potere di crocifiggerti e di liberarti?” e Gesù rispose: “TU NON AVRESTI ALCUN POTERE SU DI ME SE NON TI FOSSE DATO DALL’ALTO.”

Gesù, il Figlio di Dio, stava semplicemente facendo procedere tutto come era stato scritto in precedenza. Sapeva bene quali sofferenze doveva ancora patire, ma resistette fino alla fine, senza indietreggiare, adempiendo ogni cosa fino all’ultimo respiro che diede sulla croce!

Più ci ripenso, più rileggo di Gesù e più mi accorgo di essere tanto diverso da Lui, ma consapevole di ciò voglio imparare e amarlo sempre di più facendo dimorare in me le Sue preziose parole ed essere legato a Lui come un tralcio lo è alla sua vite!

Lui è il mio eroe, un modello da seguire in tutto e per tutto! Viaggiare nel tempo e poterlo osservare o conoscere da vicino non è possibile, ma per sua grazia abbiamo di più: Lui è in noi, accanto a noi e su di noi, attraverso il Suo Spirito, il quale  gli rende testimonianza e  prende di Gesù il suo carattere, le sue attitudini donandocele. Ma al tempo stesso Gesù siede alla destra del Padre intercedendo per tutti noi. Insomma un eterno e inesauribile peso e dedizione per l’umanità! E noi abbiamo questo onore, noi che eravamo peccatori, ma che riconoscendolo come Salvatore e Signore della nostra esistenza, siamo entrati a far parte di un piano meraviglioso ed eterno, diventando Figli ed amici di Dio!

Sei unico e insostituibile!

L’amore di Dio

Romani 8:35-39 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?Com’è scritto:«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;siamo stati considerati come pecore da macello».Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’ altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.

La terza parola che Paolo pronuncia intorno all’amore nella lettera ai Romani è una parola esistenziale che tocca l’aspetto più realistico di questa vita : la sofferenza. Quante volte nella sofferenza ci siamo sentiti abbandonati ? Quante volte abbiamo detto : “Perchè proprio a me? “, oppure : “Allora Dio, tu non mi ami ? “, oppure, “Allora tu non esisti” ? La nostra rabbia sale fino al cielo, ed è giusto che sia così, è nella logica dell’amore.

Ma se i nostri occhi continuassero a guardare questa vita come unico punto di riferimento, se essa assumesse il valore supremo, non esisterebbe spiegazione che tenga, la vita diventa davvero solo dolore e disperazione, perchè la sofferenza è sempre negazione della vita. In questi versi invece Paolo sembra dirci di non guardare all’apparenza, di non fidarci dei nostri sensi e dei nostri sentimenti più del dovuto: siamo più che vincitori ! Dietro ogni sofferenza, ad ogni atrocità, c’è un piano di Dio, pronto a ribaltare questa situazione con logiche che non sono di questa terra. Dio non desidera la sofferenza, e non è causa di sofferenza, ma talvolta la permette per mostrarci, paradossalmente il suo amore. Spesso siamo così pieni di noi stessi, che niente può entrare oltre a noi stessi. La sofferenza è un’ottima scavatrice, lascia dietro di sè un vuoto enorme, che può, adesso, essere riempito dall’amore. Il suo amore va aldilà di ogni cosa, niente può separarci dal suo amore, forse noi possiamo smettere di amarlo, forse accecati dal nostro peccato e dalle circostanze della vita possiamo non sperimentare il suo amore, ma Paolo insiste: niente ti può separare dall’amore di Dio, niente! Dio continuerà ad amarti, non solo come parte del popolo, ma come singolo individuo per quello che sei, quasi avesse bisogno di te, come un tuo amico (Giov. 15:15). Teniamo sempre a mente la parola di Dio sul suo amore per noi, quando la sua stessa parola diverrà severa, e ci rimprovererà i nostri peccati o quando il nostro stesso cuore si metterà a rimproverarci, o quando giungeremo alla notte dei sensi, nell’aridità del deserto, una voce deve continuare a ripetere dentro di noi: Ma Dio mi ama! Niente mi può separare dall’amore di Dio, neppure il mio peccato!.

Amare o perire

In un libro del dottor English venivano elencate le seguenti emozioni causa di malattie: la gelosia, l’invidia, l’egocentrismo, l’ambizione, l’ira, la delusione, il risentimento e l’odio.

Millenovecento anni fa l’apostolo Paolo non solo metteva l’uomo in guardia contro queste emozioni, ma ne forniva anche l’antidoto: L’AMORE!

È pura coincidenza eppure il dottor English presenta queste emozioni nello stesso ordine in cui Paolo le presentò secoli fa nella lettera a Corinti al capitolo 13:

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi amore,
sarei un rame risonante o uno squillante cembalo.
Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri
e tutta la scienza e avessi tutta la fede
in modo da spostare i monti,
ma non avessi amore, non sarei nulla.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri,
se dessi il mio corpo a essere arso,
e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.
L’amore è paziente,
è benevolo;
l’amore non invidia;
l’amore non si vanta,
non si gonfia,
non si comporta in modo sconveniente,
non cerca il proprio interesse,
non s’inasprisce,
non addebita il male,
non gode dell’ingiustizia,ma gioisce con la verità;
soffre ogni cosa,
crede ogni cosa,
spera ogni cosa,  
sopporta ogni cosa. 

 

L’amore è il solo ed unico antidoto che possa salvare l’uomo dalle molte malattie prodotte dalle emozioni della nostra cattiva natura.

 

Uno psichiatra di fama internazionale, Alfred Adler, scrive:

L’obbligo più importante imposto dalla religione è sempre stato: ama il tuo prossimo come te stesso. Colui che prova le più grandi difficoltà nella vita e fa il più gran male agli altri è proprio quello che non si interessa del suo prossimo. È fra questi individui che sorgono tutti gli insuccessi umani.”

Il dottor Adler basava queste sconvolgenti conclusioni su un’attenta analisi di migliaia di pazienti. Egli osservava che in tutti i casi di ‹‹fallimenti umani›› si osservava una mancanza d’amore.

Quando cito la Bibbia e quel che dice Adler ai miei pazienti che soffrono fisicamente e mentalmente per una mancanza d’amore, alcuni ribattono che è difficile cambiare i propri sentimenti, passare dall’odio all’amore. Ciò è vero!
Gli psicologi appoggiano quest’affermazione, affermando che la volontà non ha il dominio completo sulle emozioni. Tuttavia questi stessi psicologi affermano anche che la volontà esercita un buon controllo sulle nostre azioni.

La nostra volontà ha perciò in larga parte la capacità di decidere quel che facciamo e quel che non facciamo. Ciò è un bene perché le azioni, sulle quali abbiamo possibilità di controllo, possono mutare i nostri sentimenti!

“Gesù ha detto: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano…”

Fate del bene al vostro nemico e sarete sorpresi nel constatare quanto sia più facile allora amarlo. È questo il metodo scritturale e psicologicamente sano di cambiare i nostri sentimenti!

La scienza in ritardo di 4000 anni_1

“Dottore dovete dirmi se ho il cancro o no. Insisto per saperlo.Che cosa risulta dalle analisi di laboratorio? Devo saperlo!”.
Queste erano le parole di una donna che aveva un cancro al collo dell’utero. Nell’anno in cui ella morì ben 13.000 furono i funerali che percorsero le strade degli Stati Uniti per le stesse cause. Molte di queste donne erano di età media, con incidenza massima fra i 31 e i 50 anni. Il cancro dell’utero è uno dei più comuni nella donna. Esso costituisce il 25% di tutti i casi di cancro della donna e l’80% dei casi di cancro agli organi genitali. Queste statistiche sono ancora più tristi in quanto si sarebbero potuti evitare la gran parte di questi decessi seguendo l’ordine dato da Dio ad Abramo…

Agli inizi del secolo (1919), nello studiare i registri dei pazienti dell’ospedale Mount Sinai di Nuova York, il dottor Hiram Wineberg osservò che le donne ebree erano relativamente esenti da questa forma tanto comune di cancro. Era una scoperta sorprendente! Questo gruppo era stato colpito da questo male mortale molto meno di tutti gli altri.

Nel 1954 mel corso di un ampio studio compiuto a Boston su più di 85000 donne, si osservò che le donne non ebree erano colpite da cancro dell’utero in una proporzione 8,5 volte superiore a quella delle donne ebree.

PERCHE’ LE DONNE EBREE SONO RELATIVAMENTE ESENTI DA CANCRO ALL’UTERO? Gli studiosi sono ora d’accordo nell’affermare che questa spettacolare immunità è conseguenza della pratica della circoncisione cui si sono sottoposti gli uomini ebrei e che Dio ordinò ad Abramo di istutuire 4000 anni fa.

Da un certo numero di studi recenti è risultato che l’immunità dal cancro dell’utero non è il risultato di fattori come la razza, l’alimentazione o l’ambiente, ma solo della circoncisione.

In un editoriale dello American Journal of Obstretics and Gynecology si nota che tanto presso le donne ebree che presso le indiane musulmane l’incidenza del cancro uterino è bassa, e si osserva che questi popoli tanto differenti hanno in comune un solo fattore: la circoncisione dei maschi.

COME LA CIRCONCISIONE MASCHILE PUO’ IMPEDIRE IL CANCRO NELLA DONNA?
La mancata rimozione del prepuzio dell’organo maschile impedisce la pronta e appropriata igiene locale. Di conseguenza molti batteri virulenti, fra cui il bacillo cancerogeno Smegma, possono svilupparsi in grande copia. Durante l’atto sessuale questi batteri sono depositati sul collo dell’utero ma se la mucosa è intatta ne risulterà ben poco danno. Nel caso invece ci siano delle lacerazioni, come è frequente il caso dopo un parto, questi batteri possono produrre notevoli irritazioni e conseguente probabilità di cancro uterino.

Alcuni dubitano dei miracoli mediante i quali Dio protesse gli Israeliti durante le piaghe dell’Egitto e prosciugò il Mar Rosso durante la loro fuga dalla schiavitù. Tuttavia questi miracoli sono poca cosa al paragone con le miracolose istruzioni date da Dio che hanno salvato gli Israeliti e gli altri per m olti secoli da piaghe, epidemie e cancro.

SBALORDITO MA CONSAPEVOLE DELL’IMMENSA INTELLIGENZA DEL MIO CREATORE…
<<6 GRANDE PAPA’>>

La scienza in ritardo di 4000 anni_2

Un articolo dello Journal of American Medical Association (JAMA) del novembre del 1946 elencava le ragioni per le quali si riteneva consigliabile la circoncisione dei neonati di sesso maschile. Tre mesi dopo nello stesso periodico appariva una lettera di un altro specialista che si dichiarava completamente d’accordo con quanto diceva l’autore dell’articolo sui vantaggi dela circoncisione, ma lo criticava per aver omesso quale fosse il momento più sicuro per praticare l’operazione.

QUAL ERA IL MOMENTO PIU’ SICURO PER PRATICARE L’OPERAZIONE? Si tratta di un punto importante! Emmett Holt e Rustin McIntosh riferiscono che un neonato è particolarmente suscettibile ad emorragie fra il secondo e il quinto giorno di vita…Le emorragie che si verificano in quest’epoca, benchè spesso prive di conseguenze gravi, sono a volte abbondanti e possono provocare gravi conseguenze ad organi interni, particolarmente al cervello e sono causa di morte da collasso e dissanguamento.
Si ritiene che la tendenza ad emorragie sia dovuta al fatto che la vitamina K, l’elemento importante per la coagulazione del sangue non si formi in quantità normali entro il 5° e il 7° giorno di vita. Se la vitamina K non è prodotta nell’intestino del neonato che entro il quinto e il settimo giorno, è chiaro che il primo giorno nel quale si possa praticare senza pericolo la circoncisione sia l’ottavo giorno, proprio quello prescritto da Dio ad Abramo come giorno per la circoncisione di Isacco.
Un secondo elemento necessario per una normale coagulazione del sangue è la protrombina.
Un grafico basato sui dati discussi in Holt Pediatrics rivela che al terzo giorno di vita un neonato dispone solo del 30% della quantità normale di protrombina. Dal grafico si evidenzia che all’ottavo giorno la quantità di protrombina si eleva ad un livello persino migliore del normale: 110% per ridiscendere al 100%. Sembra così che un neonato possiede all’ottavo giorno di vita una quantità maggiore che a qualsiasi altro momento della sua vita.

Dovremmo encomiare le molte centinaia di ricercatori che per molti anni hanno lavorato a gran prezzo per scoprire che il giorno che offre le migliori granzie di sicurezza per eseguire una circoncisione è l’ottavo. Tuttavia pur congratulando la scienza medica per questa recente scoperta, ci pare quasi di sentire il fruscio delle pagine della Bibbia, che vorrebbero ricordarci che sono trascorsi circa 4000 anni da quando Dio disse:

“All’età di OTTO giorni, ogni maschio fra voi sarà circonciso…(GENESI 17:12)”.

ABRAMO NON SCELSE L’OTTAVO GIORNO DOPO MOLTI SECOLI DI ESPERIMENTI BASATI SU TENTATIVI ED ERRORI. NE’ LUI NE’ NESSUN ALTRO DELLA COMITIVA CHE ERA PARTITA CON LUI DALLA CITTA’ DI UR DEI CALDEI ERA MAI STATO CIRCONCISO.
IL GIORNO ERA STATO SCELTO DAL CREATORE DELLA VITAMINA K.

La Parola di Dio dimori in te!

Molti dei nostri problemi sono dovuti al fatto che basiamo le nostre scelte su autorità non affidabili:
Cultura: Lo fanno tutti.
Ragione: Sembra logico.
Tradizione: L’abbiamo sempre fatto.
Emozione: Sentivo che era giusto.

Ciò di cui abbiamo bisogno è una norma perfetta che non ci porterà mai nella direzione sbagliata. Solo la Parola di Dio risponde a tale requisito!

 2Timoteo 3:16-17 “Tutta la scrittura è divinamente ispirata e utile a insegnare,a convincere, a correggere e a educare nella giustizia, affinchè l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera.”

 

Salmi 119:105 “La tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero”

                           nutrimentoparola

 

 

 

 

LEGGI LA BIBBIA!

Dio e gli scienziati

 

Ecco la storia di uno scienziato che sfida Dio…

“Dio noi possiamo fare tutto! Tutto quello che puoi fare Tu,  lo possiamo fare anche noi!”

Dio dice “Ok, ecco la sfida, facciamo un uomo!”

“Ok” dice lo scienziato, “inizio io”. Si inchina e prende una manciata di polvere.

“No, no” dice Dio. “Tu fatti la tua polvere da solo”

Ray Bevan, PREPARATI PER LA GRANDEZZA. 

 

 

Dio:Troppo intelligente!

Da qualche giorno ho acquistato un libro, Nessuna malattia, in cui l’autore, un medico credente, rende testimonianza alla validità dei consigli biblici per il benessere del corpo umano. Inoltre indica come nella Bibbia vengano date all’uomo delle ricette medicalmente e scientificamente valide per prevenire le malattie. Riporterò alcuni esempi trattati nel libro:

LEBBRA E PESTE: La lebbra cominciò a diffondersi maggiormente in Europa agli inizi del medioevo, durante il 6° e 7° secolo divenendo un grave problema sociale e sanitario. Essa raggiunse vertici terrificanti durante il 13° e il 14°secolo. Che cosa offrivano i medici per arrestare gli orrori sempre crescenti provocati dalla lebbra? Alcuni pensavano che fosse causata dall’ingestione di cibi piccanti come pepe, aglio e dalla consumazione di carne di maiali ammalati. Altri dicevano che era causata dalla cattiva congiunzione dei pianeti. Un’altra piaga che divampò durante il medioevo fu la peste, nel 14° secolo tolse la vita ad un totale di sessanta milioni di persone. I morti venivano gettati alla rinfusa in grandi fosse scavate in fretta e ovunque nella strade e nelle case giacevano cadaveri in putrefazione.

CHE COSA PERMISE DI PORRE FRENO ALLE GRANDI PIAGHE DEL MEDIOEVO?

Poiché i medici non avevano nulla da offrire il comando delle operazioni fu preso dalla Chiesa, che assunse come principio guida il concetto di contagio espresso nell’Antico Testamento. Individuata che fosse lebbra il paziente veniva segregato ed escluso dalla collettività! Le leggi contro la lebbra contenute nel capitolo 13° del libro del Levitico possono essere considerate il primo esempio di legislazione sanitaria.

Levitico 13:46 “sarà impuro per tutto il tempo che avrà la piaga; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dal campo.”

Non appena le nazioni europee si resero conto che l’applicazione della quarantena biblica permetteva di arrestare la lebbra esse l’applicarono  nei confronti della peste e i risultati furono ugualmente spettacolari.

 

Benché l’Europa riuscisse a controllare le piaghe più devastatrici obbedendo all’ordine biblico di isolare le vittime, altre malattie importanti come il colera, la dissenteria e la febbre tifoidea continuarono a falciare un gran numero di vittime, in quanto  le misure igieniche fino alla fine del 18°secolo erano molto primitive  anche nelle grandi capitali. Era abitudine corrente di gettare gli escrementi nelle strade; era un festino per le mosche che si moltiplicavano nella sozzura e diffondevano malattie intestinali.
In una sola frase il libro dei libri indicava la via della liberazione delle terribili epidemie:

 

Deuteronomio 23:12-13 Avrai pure un luogo fuori dell’accampamento e là fuori andrai per i tuoi bisogni; fra i tuoi utensili avrai una pala, con la quale, quando vorrai andar fuori per i tuoi bisogni, scaverai la terra e coprirai i tuoi escrementi.